Inventario annuale
Siamo alla fine dell'anno e
nell'epoca dell'inventario di quanto fatto e non fatto. Non è un esercizio
banale, perché è come una specie di esame al termine del quale diremo
"promosso" o "bocciato" a noi stessi; oppure, come è assai
più plausibile: "rimandato" ad una nuova occasione. Assieme
all'inventario, perciò, è buona consuetudine esprimere anche i buoni propositi.
Se consideriamo che siamo qui, incarnati sulla Terra, per apprendere e fare
esperienza, questo diventa il lavoro cosciente più importante da fare per
mettere in atto quei cambiamenti che fungano poi da testimoni del lavoro che ne
deve conseguire.
Urano da un po' di tempo ci sta
pressando pesantemente, e ancora lo farà nel prossimo anno, in direzione del
cambiamento. È facile per ciascuno elencare le cose che non vanno e dettare
ricette sui cambiamenti da mettere in atto, quando si tratta degli altri. Ma
ciò che fanno gli altri non ha la capacità di modificare quello che non va in
noi, quello che l'inventario ha evidenziato. E aspettare gli altri, anche se si
tratta di persone con molta più responsabilità di noi, non fa crescere di un
centimetro la nostra coscienza. C'è un bellissimo invito che Max Heindel ci
ripete spesso: "Quando vedo che c'è qualcosa che dev'essere fatto, perché
non farlo io?". È probabile che se mettiamo in atto e prendiamo seriamente
in considerazione questo invito, molte cose della nostra vita quotidiana cominceranno
a cambiare, e parecchi dei propositi recitati alla fine dell'anno potranno
essere meglio realizzati. Il Cristo non è venuto per creare nuovi partiti
politici, né per fondare nuove religioni: Egli si indirizzava sempre al singolo
essere umano, perché è il solo modo per farci crescere in consapevolezza; solo
partendo dal singolo il mondo potrà cominciare a cambiare e a migliorare,
apportando i cambiamenti collettivi e sociali necessari. Il Cristo stesso non
ha delegato a nessun altro la Missione che doveva compiere, ma l'ha presa sulle
Sue spalle, così come ancora oggi la sta portando avanti.
Cambiare significa essere aperti a tutte le situazioni, anche e
soprattutto a quelle più impreviste e imprevedibili: fintantoché accogliamo gli
avvenimenti con la logica del "è sempre stato così, e così sempre
sarà", oppure amiamo le tradizioni e andiamo in crisi se qualcosa arriva a
stravolgerle, non possiamo veramente definirci dei pionieri, persone votate a
calcare per primi strade nuove e inesplorate. Eppure è questo che oggi Urano ci
chiede di fare. La rivoluzione che il Cristo portò all'interno della storia
dell'uomo non si esaurì certo duemila anni fa; sta ancora svolgendosi e potrà
giungere alla meta solo se un numero sufficiente di individui saprà aprire il
proprio cuore e la propria mente a tutto quanto la società di oggi considera
solo una bella parola, se non una follia: la Fratellanza Universale. Solo
allora il canto degli angeli avrà veramente senso: "Pace a tutti gli
uomini di Buona Volontà". È questa buona volontà che l'invito di Max
Heindel ci incita a cogliere.
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