"Chi" ha fretta di progredire?
Tutti gli istruttori spirituali sinceri
riferiscono della difficoltà che trovano nell'istruire i loro allievi rispetto
al tempo necessario per il loro avanzamento. Come tutti sappiamo per esperienza
le aspettative sono molte quando iniziamo il nostro cammino personale, e già
coviamo fantasie e immaginazioni che ci vedono proiettati nel piani superiori
in soccorso a chi trova in noi il loro sollievo. Purtroppo mai questo si avvera
nei termini sperati, perché non basta l'aspirazione a realizzarli se non
facciamo i conti con il nostro passato, e con i debiti contratti nelle vite
precedenti.
Ma un motivo ancora più vicino a noi è
quello che non consente agli agognati risultati di arrivare. Chi è colui che
coltiva in sé questo desiderio ardente, questa attesa urgente, di vederci
trasformati in ausiliari invisibili coscienti? Se siamo sinceri con noi stessi,
dobbiamo ammettere che è quella parte di noi che dovrebbe invece tacere, che
dovremmo imparare a superare: è l'io personale che desidera in questo modo
accrescere la sua importanza, e con essa la sua presa sulla nostra personalità.
È l'io personale, caduco per sua natura, che vorrebbe estendere se stesso
fino ai confini nei quali la caducità
non esiste. È, naturalmente, un'impresa impossibile, e la risposta da dare dev'essere
un'altra. Non quella che pretende di "annullare l'io", cosa illusoria
oltre che dannosa e inutile, ma di aggirarlo in qualche modo, usando una
strategia che permetta di cominciare ad ottenere dei risultati che non si
appoggino su di esso. Anche perché è uno strumento necessario che va utilizzato,
ma che deve rimanere nel proprio legittimo territorio.
Dovremmo non fare nulla, non dargli
ascolto e non attendere ansiosamente dei progressi, magari osservandoci
continuamente. Non otteniamo risultati finché è l'io che li attende, e l'io non
è il mezzo per conquistarli. Forse, una volta accettata questa realtà, una
volta deciso di "vivere la vita" secondo i canoni e le modalità
spirituali senza attendersi qualche "premio", una volta eliminati gli
ostacoli legati al passato, allora inizieremo ad aprire la porta all'accesso
dell'Io Superiore, che non conosce privilegi ma solo unità con tutto e con
tutti. Allora anche l'io personale risponderà alla direzione impartitagli
dall'Io Superiore.
Leggiamo intanto la seguente poesia come
avvio per questo nuovo cammino:
Il tempo a sospirare è perso se tu vuoi, supino ad aspettare, veder
spuntarti le ali.
Non disdegnare un lume se non puoi essere stella: puoi dare anche
un barlume
brillando lì
ove sei.
Come il superbo sole, la flebile candela di compito una mole può
esser messaggera.
Non mai sarai chiamato fors’anche a rischiarare un luogo rinomato.
Inizia qui, a brillare.
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